In the night [08/01/2012]


No, tu non sei una persona cattiva.
Tu sei fantastica. Sei la persona che preferisco.
Peccato che, di tanto in tanto, sai essere una gran troia.

Il Prof è con la sua compagna. Sono due settimane domani: domani lei andrà via.
Solo questo so.
E so che non dormo.

Ora, mi arriva il due gennaio un messaggio di buon anno da un numero sconosciuto; un messaggio piuttosto melenso, peraltro: Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni. Possa il 2012 portare tanta serenità.
Buh. Ma chi è. Di numeri di telefono ne ho cancellati a decine, negli ultimi anni. Tre negli ultimi mesi. Questo potrebbe essere qualcuno che mi sono scordata dopo averci parlato un paio di volte? O il geologo del quale ho cancellato il numero dopo la sua cafonaggine? O altri ancora che non ho mai visto?
Ad ogni buon conto, rispondo: Chi sei? Grazie per gli auguri, comunque.
Mi risponde soltanto adesso: otto gennaio, ore 01.30 della notte, quando io sono immersa in un sonno finalizzato al riepilogo mio personale e all’equilibrio in attesa di auspicabili, poco probabili, sviluppi.

Lui (01.30): Prego. Ma hai già scordato la notte infuocata trascorsa insieme?
Io (02.24, al risveglio): Se non ho (o non ho più) il tuo numero, deve esserci una ragione. Posso sapere il tuo nome?
Lui: Paolo. Mi sono appena ritirato a casa. Tu che fai di bello?
Io: Paolo chi? (Leggi: ho un ex compagno di classe, che una volta mi propose di flirtare – perché non flirtiamo un po’? – e lo rimisi un attimo a posto; un Paolo è un collega che conosco superficialmente e formalmente. Punto. Chi è ’sto qua?) Non credo di conoscerti e non amo gli scherzi di questo tipo. Li trovo poco educati. (In riferimento alla balla sulla notte infuocata.)
Lui: Ci siamo conosciuti qualche mese fa e dopo un paio di uscite e qualche birretta hai accettato il mio invito a casa e ci siamo divertiti un bel po’... (Balle. A parte che “po’“ si scrive con l’apostrofo e lui usa l’accento. Ma tutto il resto sono balle luminose come la luminaria di sant’Agata.)
Io: Non credo proprio.
Lui: Peccato, anche perché sei stata molto caliente e abbastanza presa...
Io: Tu sogni. Mi fai la cortesia di dirmi nome e cognome?
Lui: Scusami ma adesso sono un po’ (scritto “pò”) stanco e avrei anche sonno. Ne riparliamo domani sera?
Io: Tu mi hai svegliata. Ora vorrei sapere chi sei.
Lui: Scusami, ma ti ho mandato un sms quasi 3 ore fa e da più di mezz’ora mi tieni al telefono! Non per essere maleducato ma ti chiedo di riparlarne domani sera. GRAZIE!
(Nota: sono le 03.05, il primo sms mi è arrivato un’ora e mezza fa, non tre; leggi: costui mi scrive nel cuore della notte e ne accusa me).
Io: Se avessi risposto, questo non sarebbe successo. Evidentemente non ci conosciamo. D’altronde questa tua reticenza rende legittima la mia reazione. La tua educazione è assolutamente fuori discussione.
Lui: Vuoi dire che sono educato o maleducato? (Appunto. Caro, ti è passato il sonno, all’improvviso?)
Io: E comunque fatti meglio i conti con gli orari, che sei un po’ da resettare. Occhio alla presunzione.
Lui: Beh, anche tu occhio a come ti esprimi... sembri una maestrina saputella!
Io: Mi difendo dagli sconosciuti che si nascondono dietro a un mucchio di balle, grazie.
Lui: Guarda, se non fosse per i toni un po’ (con l’accento) accesi, azzarderei a dire che mi sta anche piacendo messaggiare con te...
Io: Non lo metto in dubbio.
Lui: Grazie, è la prima cosa carina che mi dici...
Io: Veramente il mio complimento è rivolto a me medesima. Mi dici chi sei?
Lui: Ah... mi ero illuso... Ti ho detto che mi chiamo Paolo.
Io: Bene, non ci conosciamo. Hai fatto il mio numero a caso.
Lui: No. Ho il tuo numero in rubrica. Sono stanco, tu?
Io: Ho sonno, sì. Ma mi dà fastidio non sapere con chi parlo. La storia delle birre e della notte calda, poi, non trova riscontro.
Lui: Non bevi birra e non sei caliente? Per come sei aggressiva, sembri esserlo...
Io: La cosa non ti riguarda.
Lui: Mmmh... Sei una dominatrice? Ti piace comandare il gioco o farti guidare?
Ti piace stare sotto alla missionaria o sopra a smorzacandela?
(Ma che si deve fare, le pugnette via sms, costui? Ahò. Avrà non più di 35 anni e gli ormoni a jumbo jet.)
Io: Per quanto questo possa solleticare la tua pruderie, non credo che ti riguardi.
Lui: Vero, ma le varianti sono immense. Mi piace molto [segue breve rappresentazione in due frasi piuttosto esplicite.]
Segue mio silenzio.
Lui, che sosteneva di avere sonno, all’improvviso pare averlo perduto.
Lui: Ti ho stordito? Finalmente hai preso sonno? Peccato, mi avevi già stregato!
Taccio: mi preparo una sigaretta in cucina.
Si sono fatte le 04.22: mi fumo la mia sigaretta notturna e torno a dormire.
Fin.

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