Sul muro [28/11/2011]

Giovedì.
Sono uscita da scuola alle due e, senza fermarmi a pranzare, sono partita per andare a Ragusa: avevo da ritirare gli ultimi documenti e da salutare tutti i miei colleghi nella nuova sede dipinta di bianco, senza più il panorama sopra il Ponte Vecchio.
C’è ancora il temporale sulla città, ma esci in tangenziale che c’è già il sole.
I palazzi troppo vicini mi danno l’asfissia. Le colline no, invece. Sono morbide e verde brillante. Se ne stanno acciambellate a prendersi i raggi obliqui e caldi. I filari delle viti hanno i pampini verde trasparente.
È come se, tramite i miei occhi, le vedessi anche tu, attraverso le lenti dei tuoi occhiali posati qui accanto.
Di notte – al ritorno, o nelle mie andate senza meta – sei presente perfino nei frammenti di asfalto che scorrono qui davanti a me.

Non sono gelosa, vedi.
Non così: non adesso che – come io, io, sono sempre stata e come evidentemente doveva essere – non mi aspetto niente, per me.
Come hanno fatto tante altre, anche io ti ho amato tanto da rinunciare, infine, ad agire: io non ti rivedrò, non ti seguirò, non ti troverò.
Ma, ogni volta che ti ho amato, ti ho amato per sempre.
E poi eri carino quando mi sono messa a leggere, seduta da una parte, mentre terminavi di lavorare, e sei venuto a cercarmi.
’Mbè? Che ti aspettavi, che venissi a rompere? Ma non ci sono abituata, sai: sono discretamente equilibrata, in media. È colpa tua, se ho dovuto rompere.
Però eri bellino.
Ogni tanto.

Così, se non ti succede quello che succede a me, almeno stai vivendo il tuo presente senza il pensiero di nessun’altra – me compresa – e puoi vivere tutto intero.
Ma se invece (e sottolineo se, direbbe Mina), se anche a te capita quello che succede a me – allora, quando sei con una donna, anche tu ci ritrovi me, in quello stesso posto.

Lei mi aspetta alla fermata dell’autobus.
Sto andando a prenderla dai suoi due giorni di passione e di dolcezza.
Nel raggiungerla, questa musica alla radio un po’ vintage gioca leggera su di un perduto amore.
E sopra un muro, con lo spray, si legge scritto:
“Cassandra:
il rimpianto
di un sogno.”

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