Quando il faro si fulminò. [02/01/2012]

All’improvviso ti chiama amore, e ti dice: non hai disturbato, sei grande.
Sì, lo so. Lo so, che lo sono.
Dio, non dovrei essere così dura, dentro di me.
Forse è la controparte dell’amore, quell’antica ferita che riemerge al momento in cui la vita crea i suoi vortici e prima o poi tocca a ciascuno.
Ma, quando io lasciavo il coniuge, lui mi ha mollata precipitare nell’incubo in solitudine.
Solo ora ha scoperto che lui mi violentò, l'ultima notte. B***ina, mi dice.
Tranquillo, è passato. Fa parte di me, questo sì, ma non ci piango la notte e non scelgo più in base a quello, ora che mi sono pacificata anche con l’ultima maledizione dell’anima mia.

Ormai noi siamo amici, e adesso che lei va in vacanza con un altro io sono il faro. B***a sono disperato sta partendo dieci giorni con un tipo.
Io ci sono: non mi tiro indietro. Gli voglio bene, è un’emergenza, e sono qui. Ci siamo scambiati le confidenze tante volte, l’ultima l’altra sera, io coi miei complessi sulla relazione col Prof e lui con il suo incontro con la donna del suo cuore.
(...)
Adesso (...) la donna del mio ex grande amore – il quale mi lasciò da sola a ricomporre i pezzi sparsi – va in viaggio con un altro.
Io ci sono. Ci sono, perché gli voglio bene.
Però, Signore: dammi il dono della modestia.
Anche se ho ragione, non è il momento di avere ragione ma di esserci.
E basta.

Commenti

Post popolari in questo blog

Letture orientali: osservazioni in due tappe

Come le tende di Kedar [14/12/2011]

It hurts. [25/12/2011]