It hurts. [25/12/2011]

La tua testa sul mio seno, e fra le mie mani.
L’odore di tabacco dei tuoi capelli.
I capelli a batuffolo dietro la testa che pareva avessi litigato col cuscino, mischini.
I nostri messaggi di nascosto in mezzo a tutti in modo che nessuno se ne accorgesse ma chiunque se ne accorgeva.
Leggerci il labiale attraverso la finestra, e le luci dentro agli occhi controllandoci a vicenda anche senza guardare.
I tuoi capelli li sistemavo un poco con le mani per nascondere la rosetta che veniva fuori dietro.
Poi desistevo anche io: sono loro che decidono.
Adesso, ogni volta che vedo troppi capelli su una testa, mi giro a controllare.

Il pranzo tardi dopo la scuola nel ristorante vuoto, tutto per noi, con le tovaglie d’oro e il cameriere sgarbato.
Sotto le mura del castello con la sua stella di Davide e il candelabro a sette bracci.
Le mie storie sugli operai ebrei di Federico.
Il freddo tagliente fuori, la mia stanchezza sfatta per troppe ore di troppo lavoro – e i tremiti di freddo e di stanchezza dentro al mio cappotto, e le tue braccia per tenermi al caldo.
L’odore del tuo collo mentre mi abbracciavi, prima che io tornassi a lavorare e tu andassi via in motorino.

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