Incubus [26/11/2011]

Basta. Basta. Non lo voglio sapere, come va a finire.
Ho il respiro pesante e accelerato.
Come avere un macigno seduto sul petto.
Come quando, con l’annegamento, l’aria manca nei polmoni dove invece entra l’acqua.
Come il panico che senza preavviso, a tradimento, cresce come un blob nero senza una ragione che io possa individuare nella storia al presente.
Ma lo stesso, se il regista del subconscio si mette a fare concorrenza a Kafka, Orwell e Stephen King messi insieme, non mi è difficile interpretarmi i sogni: e anche questo.
Dopotutto mi conosco un po’, dopo trentatré anni abbondanti.
E, se è vero che Homo sapiens funziona da milioni di anni nello stesso modo, anche gli incubi avranno lo stesso andamento: dalla pressione, al panico, alla decompressione.
Quindi, tecnicamente, adesso dovrebbe arrivare la decompressione.
E questo è confortante.

Commenti

Post popolari in questo blog

Letture orientali: osservazioni in due tappe

Come le tende di Kedar [14/12/2011]

It hurts. [25/12/2011]