Come deve sentirsi il mosto dentro le botti in attesa di farsi vino. [02/01/2012]


I’m not scared of dying,
I just don’t want to.


Così questo amante è tornato a lei.
Lei è innamoratissima, oltre che molto attraente e passionale; lui è proprio brutto.
Cioè, no, non è giusto dire questo: un brutto può avere anche fascino. Ci sono persone che non hanno nessuna bellezza oggettiva ma una comunicativa che ti acchiappa come una calamita.
(Non ci devo pensare, non ci devo pensare, lui adesso è con lei e forse ci resterà, fate la nanna voglioline che non è il momento.)
(E poi lui non è brutto, è tremendamente attraente e sexy, mannaggia a me: così sexy da non potersi guardare.)
Dico, ci sono brutti affascinanti. Ci sono persone espressive che, solo solo per il modo che hanno di mostrarsi al mondo, attraggono come il miele un tir di api.
Lui, invece, non è tanto brutto – ché anzi ha lineamenti regolari a parte un po’ troppe tempie rispetto alla scarsità tricotica.
È proprio insignificante.
No, di più. Ha un che di inquietante. Quell’occhio a mezz’asta. La faccia cerea. Non solo per il colorito, ma per l’espressività nulla. Cose non dette. L’ossessione di cui scrive, ce l’ha sotto la pelle del viso.
È coltissimo, per carità; scrive cose passionalissime e anche molto belle.
Ma che diamine. Anche a me hanno scritto montagne di carta, talvolta anche molto bellissima, ma se manca l’omo, manca l’omo.
Se poi sembra, a molte persone, uno psicopatico... allora è decisamente il caso di stare in guardia.

Ora, tutto il mio personalissimo incartamento mentale e ormonale insieme mi induce a pensare.
(...)
I particolari, le sfumature, i dettagli, le atmosfere, appartengono alla sfera dell’attrazione e dell’eros. E sono in-di-spen-sa-bi-li. Solo che non possono ingigantirsi se non è già la persona tutta intera, a piacere e ad attrarre.
Cioè, no: possono, a me è successo (...), sporadicamente, (...) – ma non è umano. Castra un pezzo di personalità. Un pezzo bello grosso: quello che quando ti guardo mi si accendono le lucine, che fai stasera facciamoci un giro perché sei troppo bello per andare sprecato altrove.

Occhei, ricomponiti.
Dico.
(...) mi sono un filo aggrovigliata fra gli ormoni volanti (che mi tiro dietro come una nuvoletta densa, ma questa è la natura che mi è stata data: ci ho gli ormoni. Che si sappia.)
Dopodiché, la mia educazione sentimentale mi ha portata a non innamorarmi di un particolare.
Mi piace l’uomo tutto intero: è per questo che resto fregata.
La storia della nostra vita.
Beata ascesi di sovrumani sensi.
Ma chi diamine l’ha inventata, ’sta storia della pace dei sensi? È una truffa.
Io non ce li ho, i sensi in pace, occhei? Io ci ho le voglioline.
E non sono orientate sul primo che passa, semmai sono in attesa di uno che – mannaggia – è passato come uno schiacciasassi sui miei focosi desiri, e qui il fatto si è reso grave.
(Quindi si astenga il primo che passa dal commentare: mi sto solo sfogando un attimo e poi ritorno alle mie normali occupazioni.)
(Tipo soffrire in alfieriano titanico silenzio.)

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