Bianco [01/12/2011]

Questa volta c’è una famiglia che ha eletto la mia macchina a suo rifugio preferito.
Esco la mattina, uno sta acciambellato preciso dietro la mia ruota posteriore destra.
Ciao gattino, comodo? Mi dispiace disturbarti, ma mi serve la macchina...
Pare che capisca: si alza, si stiracchia e si allontana trotterellando.
Gli vanno dietro i figli o saranno i cugini, in cinque o sei.
Il cucciolo tigrato – oddio, cucciolo: due o tre mesetti ce li avrà - aspetta di entrare dalla porta sul retro, la sera quando ritorno.
Mi dispiace micetto, sei carino, ma non puoi entrare nel palazzo.
E poi, non ti conviene stare chiuso dentro con noi: hai le tue aiuole qui, e tutto lo spazio intorno per essere libero.
Vorrei una mia aiuola anch’io e una capanna sull’albero o in cima a un monte, e vagare intorno senza limiti. Ma non si può: all’uomo sono concessi solo chimere e surrogati, da quando ci siamo cacciati dall’Eden.

*** si è ripresa ma starà via ancora a lungo.
*** mi morde i piedi; abbassa le orecchie come usano fare i gatti, guardando, dal suo pisòlo accanto a me, l’acqua della doccia che gorgoglia via.
Ci sono chiazze di neve sul vulcano su sfondo azzurro intenso.
Soltanto io stendo la biancheria al mattino.
È ritornato il sole, sui tetti rossi di queste case e sulle chiome verdi di questi alberi.

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