Tagli [13/10/2011]

1999

 

(...)

 

2006-2008

Cammino per i corridoi a stento, per il dolore.

Loro sono da qualche parte, io mi sento svenire.

I pavimenti ondeggiano.

Barcollo, mi appoggio alle pareti – o a qualcuno.

Non mi ero resa conto di stare così male.

Rimango sola con il medico.

Il bisturi entra nella carne e incide a vivo.

Io grido.

Mi dispiace, non posso farci niente.

Mi sta aprendo la carne, sento la ferita aprirsi beante.

Ne esce un pus denso e doloroso.

Dovranno operare.


Dolore profondo lancinante.

Come una palla solida ruvida pulsante ficcata a forza nella carne.

Non mi posso muovere.

Freddo.

Freddo.

L’anestesia scivola via, io ho freddo.

Solo la vestaglia di carta verde trasparente ho indosso.

Si vedeva il seno, mentre mi addormentavo.


Luce bianca, al risveglio, attraverso gli occhi chiusi.

Un lettino di metallo sotto la schiena.

Una ragazza chiama e grida per il dolore, qui vicino.

Un vecchio, più vicino, si lamenta.

Piango da qualche parte in superficie: fate andare via il dolore, è troppo forte.

Passano minuti e mezze ore intere.

*** appare, ha una mascherina verde.

*** per favore fai andare via questo male.

Ho già qualcosa in circolo, passerà – dice.

Mi accarezza, ma poi se ne va via.


Spingono il lettino lungo corridoi che io non vedo.

Mi spostano su una lastra di metallo e da lì su una lettiga.

Male.

Fa male.

Un trespolo con la flebo sopra.

Nel letto di ospedale, il braccio gonfia, gonfia, nelle ore e lungo i giorni.

Fa male.

Non posso fare pipì, fa male anche quello.

*** è qui che mi sta accanto.


Un mazzo di fiori con un bigliettino: era lui.

C’è un girasole in mezzo.

Non sono in grado di accettare, adesso.

Lo regalo alla statua della Vergine, nell’andare via.

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