La domanda [16/09/2011]

La radio si ripassa un po’ della mia vita come quella di ogni guidatore, durante i viaggi notturni e quelli diurni.

Stavolta, fra le mille cose vissute, Virgin Radio passa anche una canzone mai sentita.

Di solito capto una stringa di parole, poi facilmente le trovo su internet, ricavo il titolo e infine mi tengo la canzone per me. Ma stavolta, come mi è successo altre volte, non l’ho trovata.

Diceva, all’incirca, you know all the answers but not the questions: che dev’essere un adagio tipico anglosassone, stando a quanto ho visto poi sul web.

 

Come che sia, in una storia mia – la prima a cui si possa attribuire una minima dignità di cosa scritta – un vecchio saggio stava in cima alla montagna, e dava tutte le risposte a tutti quelli che chiedevano: erano molti, e lui era così stanco, così stanco. Un giorno arrivò un tale che gli fece una domanda semplice a cui però il vecchio non seppe rispondere: aveva a che fare con la sua vita, con i suoi propri bisogni. Il vecchio allora, scosso, mollò tutto e andò a cercare quella risposta. E quando la trovò – riconoscendo ciò che era – tornò a vivere.

 

Quel vecchio chiaramente ero io: ci vuol mica tanto. Tutti quelli che scrivo, sono io.

Ora, però, il problema cambia: vero che normalmente ad altrui domanda rispondo senza remore

(sei troppo leale, mi hanno detto, la devi piantare, comincia a fregartene delle responsabilità verso gli altri, che t’importa).

Ma non è questo il punto. Dicevo: di solito a domanda rispondo; ma qual è la mia domanda?

Mentre la strada ti scorre intorno o tu le scorri dentro come un fiume nel suo alveo, stai un pezzo a dialogare con te stessa per trovare la domanda delle domande, la domandissima al cubo, il domandone atomico – ma, per ogni possibile domanda che ti passi per la testa, ti appioppi subito da te le tue risposte.

Questo indica, di volta in volta, che non è mai la domanda giusta.

Perciò piantala di trovarti le risposte, devi fare una domanda a cui non sei tu ad avere la risposta, dentro. Una domanda da mettere fuori.

Alla fine il domandone universale in cima al podio parrebbe tornare a essere il tautologico fatidico banale: qual è la domanda?

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