Il rettangolo aureo - ovvero, Delle profonde armonie [24/08/2011]
Silenzio ovattato per la via.
La via è stretta, le basole e le pietre tonde dure non risuonano sotto i passi, fra le palazzine antiche di mattoni rossi.
Una macchina passa e rallenta: l’uomo guarda passare la ragazza e se ne va.
La ragazza svolta nel silenzio uguale di un’altra via del borgo antico.
Attraversa la strada una donna minuta e bionda in maglietta e calzoncini corti, tutta bianca.
Rimangono a guardarsi come fossero l’una per l’altra apparizioni, poi tornano a guardare i propri passi.
Un uomo porta a spasso due cagnetti neri, senza guinzaglio. Non parla con loro e loro non abbaiano.
Un soldato e un uomo parlano davanti a un portone.
Oltre la fine della via, si apre la piazza.
Gli edifici gotici rossi sembrano cose preziose posate su un vassoio.
Il ristorante dall’insegna verde sta all’angolo vicino.
Un uomo e una donna sui trenta o quarant’anni, forse una coppia o forse no, chiedono di sedersi dentro: fa troppo caldo, fuori, e umido.
Anche la ragazza entra.
Sola.
O così può sembrare.
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