Delle arti meccaniche [09/08/2011]
Immobile come per cercare di godersi l’ombra in questa umidità che appiccica.
Esce un tipo dall’officina di fronte.
Ha qualcosa fra le labbra, forse una sigaretta. Fa un cenno caloroso da lontano al tricheco e mastica qualcosa, tipo: ’Aeeca.
Il tricheco non muove un baffo. L’altro si toglie la sigaretta di bocca, lo guarda con intenzione, fa da lunge un mezzo inchino sorridente e ripete: Sabbenerica.
E io che pensavo che nessuno lo dicesse più sul serio: sorrido beata come un gatto grattato fra gli orecchi.
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