Cavità [27/07/2011]
Non dormo più e non sono ancora sveglia.
Fuori il cielo si fa chiaro di un rosazzurro livido.
Fa freddo. Freddo.
E questo brivido che mi serpeggia sotto la pelle.
Avrò dimenticato il condizionatore acceso?
No, è spento.
C’è odore di terra nera bagnata, smossa di fresco.
Un cimitero.
È morto da poco il ragazzo, lo sento passare come una folata d’aria fresca. Non respiro. Non respiro.
Non è cattivo, è triste.
Nel buio della testa, riesco a pregare solo: Ave Maria.
Così lui passa e se ne va. Lascia appena la sua scia di tristezza.
È passato qui dove ha trovato un varco, questo ricettivo vuoto cosmico come le cavità della terra.
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