La parola [23/03/2011]
I luoghi (...) sono carichi di significati.
Come ne esistono molti in cui l’anima si perde,
così ci sono oasi in cui l’uomo ritrova se stesso:
ritrovando la natura, ritrova la sua verità.
(Io, 2004.)
La parola
scritta può essere specchio o analisi dell’atto compiuto, e allora è cronaca o
critica.
Può essere
specchio e riformulazione di fatti e di persone, e allora è narrativa.
Ma la parola
può anche essere poetica. Può essere la parola non detta, il gesto non
compiuto, l’atto mancato. O, se il gesto c’è, se le cose vengono vissute,
la parola poetica diventa come un’eco.
Come che
sia, la parola poetica risveglia le emozioni, e le emozioni non sono mai
semplici, sono complesse.
Per questo
la parola, per essere poetica, deve essere evocativa di una densità
complessa, e la somma dei fattori non basta a definirne la portata: nell’intreccio
fra significato, significante e sintassi, la poesia è come il sogno.
Ma chi sogna
di solito non sa di sognare. Chi scrive invece non può non essere sveglio. Ha
un doppio sguardo, quello emotivo che guarda dentro e partecipa e magari soffre
anche, e quello razionale della consapevolezza, che guarda fuori, o come
da fuori, e dà all’emozione la sua forma. È allora, che forma e
sostanza nascono insieme come un tutt’uno, come ossa muscoli e pelle fanno
con l’essere umano.
La poesia
non è facile che riesca bene nella follia e nel caos, ma nel coraggio dello
sguardo lucido.
Come la
vita, in fondo.
Parola pooetica come eco... Nell'effetto del riverbero c'è un potenziometro che si chiama mix, da una parte senti solo il suono dello strumento, man mano che lo giri il riverbero aumenta e al massimo il suono originale non si sente più, si sente solo il riverbero, l'eco. È una cosa che mi piace fare, io produco qualcosa e quello che mi ritorna è una cosa completamente diversa. Così, assonanze...
RispondiEliminaMi piacciono, queste assonanze: grazie.
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