Fusa [26/05/2011]
Tutto è compiuto: le interrogazioni, fatte; gli ultimi compiti, corretti.
Alla ricreazione, i miei ragazzi hanno voglia di uscire.
Io sono d’accordo, con questo sole.
La chiesa di San Giovanni in cima alla gradinata in piazza è chiara con le sue volute barocche e i riccioli.
Nella piazza, cinque o sei travestiti protestano per la dignità gay.
Hanno le facce dipinte. Una si è crocifissa in peplo azzurro e bianco come una madonna.
I miei ragazzi si vergognano e si indignano.
Io ho chiesto un volantino per capire.
Il predicatore vorrebbe correre da loro a convertirli.
Mi metto a ridere. Lascia, non ci andare, gli dico: Riusciresti fin troppo bene a confermarli nella loro convinzione.
Ahò, non te la prendere, scherzo.
Infatti poi nel rientrare continuiamo a chiacchierare.
Mi arriva l’anarchico (poco anarchico con me in effetti) e dice Ma ogni giorno dovete litigare, voi due? E basta...
Veramente stavamo solo amabilmente dissertando.
Sarà la fine dell’anno scolastico.
Sarà il livello di stanchezza che ho raggiunto adesso.
Minù si sdraia sul vocabolario di latino e fa le fusa con i miei alunni.
Io le fusa non ho più il fiato per farle.
Eppure, anche sì.
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