I morti parlano [24/09/2010]

Non puoi capire “Baarìa” se non vivi in Sicilia.
Le mavarìe, le làstime, i mostri, il volo. ’A strùmmula che gira con la mosca nell’anima.
Le donne con la vita stretta e i fianchi larghi, megghiu morta ca sparrata e a bon locu va’.
Qui i morti parlano coi vivi che parlano coi morti.

Una volta un uomo ha fatto la strada da solo a piedi per la campagna. Lo ha accompagnato per tutto il tragitto un uomo morto il giorno prima.
Una volta una donna è andata dalla Fantàsima a chiedere di suo marito disperso in guerra, e ’a Fantàsima arrispunnìu.
Una donna ha detto “domani”, e l’indomani è morta.
Gli animali qui rispondono portando la voce dei vivi muti.
Qui sono passati popoli che hanno lasciato i colori e le forme di posti lontani.
Qui, per questo, è nata la poesia.
Molti se le dimenticano, queste cose. Vanno a ballare, bevono e parlano di cose che qui non ci sono.
Anche io me le ero volute scordare, per un certo periodo. Poi rientravano sempre da qualche crepa nel muro.
Così le ritrovo nei racconti, nei miei ricordi, e in quello che mi accade.

***

“Baarìa” in siciliano.
“Baarìa” in italiano.

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