Figli del marketing [14/12/2010]
Facevo bene a snobbare Paulo Coelho:
basta la prima pagina di Undici minuti per capirlo.
Veramente per curiosità ieri sera sono
arrivata a numero di pagine 34 o giù di lì. E per giustizia credo che andrò
fino in fondo.
L’idea di partenza mi pareva valida, devo
dire. Me la sentivo affine. Non fosse stato per quella, non avrei deciso poi di
prendere il libro.
Solo che una, nel leggere un libro, si
aspetta una vicenda ricca, magari passionale, una caratterizzazione psicologica
approfondita, una capacità di coinvolgere il lettore a un livello profondo.
Paulo Coelho invece non trasmette:
esclama. Usa i punti esclamativi come fossero noccioline per elefanti.
Non racconta: riporta. Non mostra:
sintetizza. Una donna è una bella donna, e basta. Nessuno sa come sia fatta,
che cosa faccia di lei una bella donna. Lui se lo tiene per sé e non c’è modo
di saperlo. Fidati, o lettore, sulla fiducia che mi devi in virtù del mio
successo.
Anche le aspirazioni della
protagonista sono un tutto entusiastico caotico e indistinto di posti lontani
senza motivo, sogni vuoti di cose e persone, persone vuote di personalità e
definizione.
Non c’è descrizione, non c’è un
particolare visivo, una percezione, una sensazione.
Le emozioni vengono riportate avulse
da qualunque sfumatura, prive di un elemento che le motivi.
La sua è pura connotazione emotiva
esaltata o sofferta, ma senza nessuna denotazione a giustificarla.
Mi dà la sensazione di non sentire
fino in fondo quello che scrive (e che non descrive), il che rende la sua
scrittura superficiale e goffa, e inficia il potenziale dell’idea di partenza.
È un po’ come quando, per giustizia,
lessi tanti anni fa un libro di Susanna Tamaro. Lei proprio dava un senso di
disconnessione assoluta, nessun filo logico, nessuna struttura narrativa,
nessuna definizione dei personaggi.
Be’, buon per loro, figli del marketing e del consumismo.
Sempre più affinità tra noi, la tamaro mi fa venire l'orticaria e di coelho lessi l'alchimista e benché l'abbia fatto nel mio periodo new age mi generò un profondo fastidio anche lui, cosa che del resto mi succede sempre con i gramellinoidi
RispondiEliminaInfatti.
EliminaIo non ero mai stata attratta né dall'una, né dall'altro: l'approccio a quella robaccia ebbe però il merito di confermarmi che il mio pregiudizio iniziale era in verità frutto un'intuizione corretta... :)
Parafrasando Battiato direi "e sommersi soprattutto da immondizia letteraria..."
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